1 ottobre 2014

Quaderno del diario vissuto di Giovanna

Mia mamma non ha studiato ma ha sempre amato scrivere, in versi e in prosa.
Sono scritti di nessun valore letterario o poetico ma di un valore sentimentale per me, come potete capire, immenso.
Ha scritto la sua storia, come poteva, senza preoccuparsi troppo degli errori, su di un quaderno nero di quelli che trovavi negli anni cinquanta.
Con dedizione e amore ha riversato se stessa sulle pagine del diario vissuto di Giovanna.
Immaginate la mia emozione quando, frugando tra le sue cose in cerca di non so più quale foglio, quale documento, mi è capitato tra le mani, qualche anno fa, con lei già distaccata dalla nostra realtà.
L'ho letto d'un fiato e, vabbè, è straordinario. Sono un ragazzo fortunato.
Ci ho pensato su parecchio se poteva essere giusto riportarne qualche brano qui sulla Linea, se poteva avere una valenza anche per qualcuno che non fossi io. Alla fine ho optato per il sì, ma solo perché secondo me farebbe piacere anche a lei, certo rispettando e proteggendo i dettagli più intimi, ché quelli non sono nemmeno miei, restano solo suoi, e io li ho già dimenticati.
I post li riconoscerete dal titolo e potrete evitarli con facilità. E non fatevi un cruccio se preferite La Linea cazzeggiona, ella ritornerà più bella e più superba che prìa.
- Bravo.
- Grazie.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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